Per una vita in Adagio
Posted on Sat 01 July 2023 in personal
Desidero il tempo di assaporare gli abbracci, perdersi nell'odore dell'altra persona, della lana che indossa, del suo corpo, senza pacche sulla schiena che comunicano che ora è abbastanza. Un calore dal sapore di casa, soffice, a occhi chiusi, non è mai abbastanza. Ci vorrebbe una legge che sancisse che se uno non ha assaporato un abbraccio entro le 15, ha il permesso di lasciare il lavoro e andarlo a cercare.
E poi il tempo di preparare la cena, senza facili take away. Impastare il pane, la pizza, fare la pasta. Aggiustare le calze, i maglioni; imparare a fare a maglia per fabbricarsi un cappello che ci riscaldi la testa con il nostro impegno e la nostra pazienza.
Vorrei che noi tutti rivedessimo le nostre priorità: famiglia, amici, e natura in cima; il lavoro in fondo in fondo; tutte le chincaglierie materiali ancora più in fondo, sottoterra. Che non evangelizzassimo uno stile di vita più lento tuttavia aspettandoci che il nostro tirocinante sia il primo ad arrivare in ufficio e l'ultimo ad andarsene. Che ogni bega, ogni riunione, ogni investimento, ogni lavatrice, ogni spesa venisse dopo le relazioni umane. Che le relazioni fossero la nostra cosa più importante, e che ci rendessimo conto di quanto possiamo fare male al nostro prossimo semplicemente nel trascurarlo. Soprattutto, che quelli di noi che dicono "Non ci trovo niente nella natura" si sdraiassero 15 minuti sul marciapiede di un'autostrada, senza cuffie, e decidessero se è più di quello che vogliamo, o più dell'inutilmente rilassante, noiosamente verde, scomodamente soffice insignificante natura.
Vorrei che smettessimo di cercare di incastrare una cena dopo una merenda dopo un pranzo, con tre persone diverse, ogni volta interrompendo la conversazione per passare alla prossima, e ritornando a casa esausti anche nei giorni di "vacanza". Invece, spendere il pomeriggio con un amico, raccontarsi la vita, fare i biscotti. Che quelli di noi che dicono che farebbero volentieri a meno della macchina, ma poi come fanno a portare il bambino a judo, a comprare il sushi dal cinese buono fuori mano, fare visita alla nonna, portare il tagliaerba a riparare, capissero che è proprio quello il punto: non fare mille cose, e vivere ogni giorno più adagio. Che superassimo il bisogno di andare lontano a fare qualcosa di speciale per le vacanze, ed essere appagati dalla quotidianità.
Mi piacerebbe che quando qualcuno viene da noi dicendo che sta pensando di iniziare a fare yoga, e noi rispondiamo che c'è un'app per quello, e anche una per la spesa che così non dobbiamo più fare, una per leggere i riassunti dei libri che così non dobbiamo più leggere, una per identificare le piante che così non dobbiamo più imparare a riconoscere, e anche una per il sesso che così non dobbiamo più fare, ci auguro di sentire il calore della prossimità umana. Che non preferissimo le esperienze virtuali a quelle reali, e che ci ricordassimo che il sentire l'erba sulla faccia è un privilegio, non una grana.
Vorrei che superassimo l'entusiasmo di andare a Vienna in treno invece che in aereo, e semplicemente smettessimo di andarci e basta. Che gli stati finanziassero la vita in adagio, invece che il turismo bulimico e consumistico. Che invece che piantare 50 alberi nel mare, ci incoraggiassero a lavare le posate e i vestiti una volta in meno, a fare a meno del Roomba, del servizio di cristallo, del secondo bagno, dell'aria condizionata perennemente a 20 gradi.
Quelli di noi che una volta hanno avuto difficoltà a capire cosa ci stavano descrivendo, e abbiamo chiesto se non potevano semplicemente googlare una foto e farcela vedere. Ci hanno risposto che non hanno uno smartphone, li abbiamo guardati con l'aria più seria della terra e abbiamo risposto "che dio ti benedica", e poi abbiamo proceduto a postare la foto della merenda su twitter. A quelli di noi, auguro almeno una giornata in adagio.
Che a noi tutti sia concessa una vita in adagio, ma soprattutto che noi tutti ne percepiamo il valore.