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Una storia topologica - Il grande prato dei trifogli

Posted on Wed 18 April 2018 in meta, mathematics

Una piccola storia dall'animo topologico, con lo scopo di dare un'intuizione di alto livello per la nozione topologica di densità e di insieme denso.


Apertolo era un birichino membro della famiglia degli Aperti che viveva in un grandissimo prato. Era un prato molto bello e verde, ben curato e ricco di trifogli. Ad Apertolo piaceva tanto perché lo trovava magico. Oh vorrei che foste stati lì anche voi, miei piccoli lettori: Apertolo saliva sugli alberi più alti, si allontanava quanto più poteva dalla sua casa, scendeva in basso in basso sotto i fili d'erba, ma non c'era verso: dovunque si trovasse, Apertolo vedeva sempre lo stesso verdeggiante prato, come se il prato si muovesse insieme a lui e cambiasse il suo aspetto. Dovunque guardasse, Apertolo vedeva un grande prato verde.

Vi chiederete, miei cari, se Apertolo non si annoiasse a morte a vedere sempre lo stesso identico prato dovunque andasse… ebbene, non credete che fosse proprio tutto uguale! Il prato sembrava uguale a chi guardava da lontano e senza attenzione, ma una volta c'era una farfalla qui, un'altra volta c'era una bellissima foglia rossa là: insomma, c'era sempre qualche novità che lo affascinava.

Ad ogni modo, quando ad Apertolo capitava di annoiarsi, c'era sempre un passatempo che non gli mancava: andare a infastidire il Signor D-Denso. Egli era un signore piuttosto inusuale e alquanto straordinario, infatti aveva tantissime teste ("quante", mi chiedete? Provate a contare le stelle in una nottata serena: il Signor D-Denso aveva almeno il-triplo-del-doppio-di-mille-volte-quel-numero di teste!) Non dovete però immaginare il Signor D-Denso come uno strambo marziano verde dalle tante spaventose teste che va in giro a mangiucchiare le orecchie ai bambini, no accipicchia! D-Denso era un signore ben distinto, sempre tirato a lucido, molto gentile e sprizzante allegria.

In effetti, D-Denso era la gioia del prato in cui viveva insieme ad Apertolo, perché ne era i trifogli! Ma non pochi sgualciti e caduchi trifogli in un prato malconcio, oibò basta con questi pregiudizi verso il Signor D-Denso! No, erano bellissimi trifogli, larghi e comodi e di un verde bellissimo, e soprattutto ce n'era uno in qualunque parte del prato voi lo cercaste. Quando Apertolo era stanco, si guardava intorno e trovava subito una delle teste del signor D-Denso su cui riposarsi alla luce del sole.

Apertolo, per gioco, spesso saltellava da un filo d'erba all'altro. Quando perdeva l'equilibrio e cascava nel vuoto gli andava sempre bene che il signor D-Denso viveva nel suo stesso prato, perché se non ci fossero state le sue teste a prenderlo, cadendo a terra si sarebbe fatto almeno un bel bernoccolo! Ma Apertolo a volte abusava della gentilezza e disponibilità del Signor D-Denso, e si gettava di proposito sulle sue teste dalle cime degli alberi, oppure si portava da mangiare sui trifogli, sbriciolando sulle teste del Signor D-Denso, oppure ancora gli arruffava tutti i capelli apposta: insomma gliene combinava proprio di tutti i colori! Il Signor D-Denso era paziente, ma un giorno non ce la fece più e disse: "Basta, sono vecchio e stanco: ho bisogno di una vacanza. Andrò via." E allora fece per alzarsi.

Per prima cosa Apertolo cadde a terra. Poi udì un grande rombo, come se tutta la terra tremasse, e vide tutti i trifogli che si muovevano e si sollevavano, con un mucchio di terra che finiva per aria, finché alla fine il signor D-Denso si incamminò con tutte le sue teste-trifogli al seguito verso l'orizzonte.


Passavano i giorni da quando il Signor D-Denso se n'era andato, e Apertolo non sapeva più che fare. Il prato non era più bello come prima: ora si intravedevano ovunque piccoli buchi, lasciati dalle teste del Signor D-Denso, e da dovunque guardasse il prato Apertolo, ora gli sembrava triste e malconcio, come se mancasse qualcosa e non fosse più il prato magico che a lui tanto piaceva. E poi ora quando Apertolo era stanco non poteva far altro che sedersi a terra, all'ombra: come gli mancava il comodo e accogliente giaciglio dei trifogli! Per divertirsi di nuovo, provò a saltellare da un filo d'erba all'altro, ma questa volta quando cadde non c'era il signor D-Denso a recuperarlo e si fece un bel bernoccolo e anche qualche livido. Apertolo cercava di inventarsi nuovi passatempi, ma non riusciva a costruire nulla di bello e divertente come quando il Signor D-Denso era suo compagno di avventure.

Ormai Apertolo passava tanto tempo sulla cima dell'albero più alto, con la speranza di veder ricomparire il Signor D-Denso all'orizzonte. Proprio quando stava per perdere le speranze, ecco che intravide una grande ombra molto distante, sembrava proprio qualcuno con molte teste… e chi poteva essere se non il Signor D-Denso? Apertolo scese dall'albero e gli corse incontro. E sì era proprio il Signor D-Denso! Apertolo si avvicinò a una delle sue teste, fece delicatamente toc-toc e disse: "Scusami signor D-Denso per esserti saltato sulle teste e averti sbriciolato sulle teste e averti arruffato i capelli, non lo farò più. Tu però torni?" Il Signor D-Denso si caricò Apertolo su una testa-trifoglio e gli disse: "Ma certo che torno. Andiamo, devo raccontarti degli amici che ho rivisto in questa vacanza: le onde del mare, le dune del deserto, le stelle del cielo..."