Quante ore ci vogliono per incazzarsi con la Francia?
Posted on Sat 12 April 2025 in reportage
E' una domanda trabocchetto. Bastano minuti.
Atterro a Parigi alle 11.25, con destinazione finale il piccolo borgo di Aurillac alle 21.25 più tardi oggi, per 2 settimane di formazione Feldenkrais. Devo attraversare la città per andare da un aeroporto all'altro, e ho programmato pranzo con un'amica che si è trasferita qui qualche mese fa. Nell'aeroporto i cartelli sono scritti in Francese, Inglese, e Cinese. Che poliglotti, mamma mia, parlano pure Cinese. I 2i-enni ambasciatori della cultura francese che periodicamente si avventurano fuori dal loro utero patriottico devono essere parte di una minoranza analfabeta. Ne incontro così tanti a Stoccolma. Visto che non possono interagire con gli umani in altra lingua che la loro, immagino che abbiano scelto il posto per i cervi.
Seguo i cartelli cinesi verso la stazione, dove altri cartelli dirigono fiumi di carne camminante verso un binario che dice Parigi
a ogni passo. Non si può accedere alla stazione senza un biglietto però, e i biglietti si fanno a delle macchinette per le quali c'è una coda kilometrica.
Questo è il Sud Europa. Mi sento rassicurato.
Ho l'impulso di controllare se posso fare il biglietto attraverso il telefono, e rido alla mia ingenuità un momento più tardi. C'è un QR code su un volantino che parla di app -- vado nell'App Store per scoprire che mi servirebbero due app per fare un biglietto, e le recensioni sono più basse di quelle che un fumatore darebbe delle zone non-fumatori, e posso già vedere i miei €13 sparire dentro l'app e finire comunque a fare la coda. E' così Sud Europa, mi sento così rassicurato. Quindi faccio la coda come in Ghana, e giù al binario c'è un'abbondanza di cartelli con scritto Parigi
e un uomo con un microfono da presentatore, uno di quelli che si attaccano all'orecchio, tipo quelli delle televendite, e ha una pettorina gialla con incastonati dei LED davanti e dietro, e sta davanti al treno, gesticolando verso le carrozze e gridando in Francese a me e a un perplesso contingente asiatico. Non soprende che nessuno stia salendo sul treno. Ogni cartello dice Parigi
, ma quest'uomo sta gridando concitato, e cos'altro potrebbe star dicendo se non "Tutti i cartelli sono sbagliati! Questo treno autocombustirà non appena lascerà il binario, e comunque va nella direzione opposta a Parigi, quindi se tenete alla vostra vita non saliteci!" Questo continua finchè a) decido che è probabilmente un Testimone di Geova che si è perso; b) qualcuno chiede "Parigi?", qualcun altro annuisce, e metà Cina sale a bordo, mentre questo confonditore di folla continua ad arringare i nuovi discesi dalle scale mobili. E così pare che lavorare in uno dei maggiori snodi aerei europei in una delle capitali più rinomate del mondo non richiede alcuna competenza anglofona.
Bastano 20 minuti di passeggiata per una Parigi incredibilmente fiorita e frizzante perchè un uomo, e poi un altro, mi si avvicinino furtivamente e mi sussurrino concitati qualcosa, a cui io scuoto la testa, perchè immagino non si stiano offrendo di rimborsarmi il viaggio e quindi non mi interessa, ma. Ma. Sono il solo e unico bipede in tutta la città in maniche corte e pantaloncini, mentre tutti sono avvoltolati in giacche e sciarpe, e porto uno zaino da 38L sfoggiante bandiere di svariati paesi (nessuno dei quali Francia). Capisco che posso sembrare qualcuno interessato al tuo fumo, ma ti pare che io dia qualche indizio che potrei parlare Francese? Io scioccato. Dai, questo danneggia il tuo business.
Sono quasi arrivato al mio punto d'incontro. Le mappe sul telefono mi fanno attraversare un edificio -- vedo l'uscita dall'entrata. C'è un buttafuori accanto alla porta, e immagino già come andrà. Mi avvicino alla porta, e mi ferma. Fornisce una spiegazione, a parte che, indovina un po', è in Cazzo di Francese. Rispondo "I don't speak French. Je ne parlais pas frances". Questo gira gli occhi al cielo, fa assolutamente zero sforzo di nascondere il suo disprezzo a questo ridicolo straniero che è qua ad alimentare il 8.8% di PIL turistico del paese, dice qualcos'altro, indica il mio zaino. Rispondo mostrandogli le mie mappe, intendendo Non me ne frega veramente un cazzo di fermarmi in sto posto, lo devo solo attraversare. Continua a puntare al mio zaino, "le sac, le sac, le sac!". Per miracolo divino riesco ad evitare l'arresto di gridargli "Porco culo sì è uno zaino, e non lo lascerò certo qui. Mi sono svegliato alle 5.30 e ho camminato due ore con st'ippopotamo in spalla, ammazzati."_ Invece, dico solo "OKAY" e me ne vado. Grazie al cielo che sta facendo rispettare una misura anti-terrorismo sacrosanta, mi sento molto al sicuro. Sono sollevato di potermi far saltare in aria in una stazione ferroviaria, o in un certo commerciale, ma non sia mai che lo faccia nella sala d'aspetto di un'ospedale. Sarebbe un dramma se accorciassi l'aspettativa di vita a quelli che hanno appuntamento col paradiso tra 2 settimane.
Faccio un detour infinito intorno a questo enorme complesso di palazzi con automobili che sfrecciano in ogni direzione solo per... arrivare all'altra entrata, e trovare un altro buttafuori. Stessa scena, ma stavolta capisco che vuole guardare dentro lo zaino. Non esito un istante e glielo apro. Ci guardiamo un secondo per capire com'è che accerterà che non sono un kamikaze, visto che svuotare 38L di roba è oggettivamente ridicolo per entrambi. Decide di fargli pat-pat sui fianchi, da cima a fondo, constata che potrebbe esserci dentro assolutamente qualunque cosa, e mi lascia passare.
Vado con la mia amica al bar dell'ospedale, un luogo di fama mondiale per la ricerca internazionale, dove c'è di nuovo un'infinita coda curvilinea di umani, e non capiamo perchè le cameriere prendono ordini da persone che sono a due terzi della fila. Cosa è successo ai primi due terzi delle persone? Hanno tutte ordinato un facocero al tartufo che sta essendo macellato in Vietnam proprio ora, e quindi ci vorrà un po' più, e quindi serviamo voi nel frattempo? Io boh, cos'ha sta gente, non lo so. Tocca a noi a ordinare: "un croissant", la cameriera si mostra confusa, poi ripete "un crrrrroissant?"; e poi "un espresso", e dopo il teatrale momentaneo sbigottimento ripete "un espressò?". E io sono tipo, ho ordinato un Génépi del'89? O un massaggio Reiki ai piedi fatto un guaritore tantrico? Che cazzo vendete qui? Con quante cose potresti confondere un espresso? Anche il pattern matching più scadente darebbe il risultato giusto. Non parliamo della difficoltà di ottenere un succo d'arancia.
Ma non so nemmeno perchè mi agito tanto: cosa ci si può aspettare da un popolo che traduce download con telechargér?
E' ora di proseguire il mio viaggio e raggiungere l'aeroporto di Orly. Prendo la metro nel centro di Parigi, e a un certo punto mi rendo conto che la seducente voce automatica femminile sta parlando in cazzo di Spagnolo. Por favor, no olvidar recuar todos los equipaje, and Cuidado con el espacio entre el vagón y landen. Forse era quello il trucco, parlare in Spagnolo, come ho fatto a non pensarci.
Arrivo ad Orly (dove i cartelli in Cinese sono di nuovo una presenza forte), scansiono la mia carta d'imbarco per accedere ai controlli di sicurezza e 30 metri più avanti inizio a svuotarmi lo zaino, dove vogliono ogni oggetto in un cesto separato, e poi l'uomo della sicurezza mi parla. Rispondo, questa volta visibilmente irritato, che non parlo Cazzo di Francese, mi risponde qualcosa che interpreto ���� ma di cui capisco pass, per cui metto il mio passaporto nel cesto davanti a me e vado verso il metal detector ma no, affronto magno, mi richiama e alla terza volta capisco "Show me your boarding pass", e poi "Do you speak English?" con un'espressione talmente arrogante che io non ho mai picchiato nessuno ma questa potrebbe anche essere la prima volta. Mi spiace che tu abbia fatto una domanda idiota, perchè mi hai ben visto scansionare la mia carta 30 metri più in là, e se non mi hai visto è di base tutto un difetto tuo, e comunque non posso entrare senza farlo. E sì, l'ultima volta che ho controllato io parlo Inglese, sei tu che non lo parli: parlare Cazzo di Francese con parole estratte da un dizionario inglese non conta, mi spiace.
Visto che sono atterrato alle 21.30, non ho niente per colazione il giorno dopo. Ma sono nella terra del crrrrroissant: basta entrare in un bar qualunque per avere cappuccino e brioche. Finalmente questo popolo potrà brillare. Sbircio dentro le finestre di un po' di bar per farmi un'idea dei posti. Al terzo bar, sento che c'è qualcosa di strano.
Nessuno sta mangiando.
Tutti stanno solo bevendo caffè.
Trovo panetterie, che fanno dolcetti, e, alla meglio, un bicchiere d'acqua o una cioccolata calda. Dopo 30 minuti di camminata accetto il fatto che non c'è un posto per chi vuole mangiare e bere, come l'umanità ha fatto fin da quando l'umanità non esisteva ancora e i Neandertal camminavano la nostra terra. Fonti attendibili mi hanno poi informato che sì, i bar normalmente fanno solo caffè, e il cappuccino comunque non esiste -- dovrei chiedere un caffè con latte, ma non ho intenzione di chiedere niente che non sia chiaramente nel loro menù, o finisce che mi portano dei gamberi fritti.
Vado al supermercato e ci trovo a) un muro di caffè, e una varietà che è semplicemente inedita per me; b) un muro di carne rossa; c) un muro di formaggi; d) 2 corsie di cibi ultraprocessati e ultrazuccherati; e) un'intera sezione dedicata solo al vino. Compro i miei fagioli in scatola e riso dalla corsia meno frequentata del supermercato ed esco domandandomi com'è che questa gente non cada morta d'infarto per la strada a 38 anni.
Sono davvero speciali.